«Chi è il signor Palomar che questo libro insegue lungo gli itinerari delle sue giornate? Il
nome richiama alla mente un potente telescopio ma l'attenzione di questo personaggio pare si
posi solo sulle cose che gli capitano sotto gli occhi nella vita quotidiana scrutate nei
minimi dettagli con un ossessivo scrupolo di precisione. ... Uomo taciturno forse perché ha
vissuto troppo a lungo in un'atmosfera inquinata dal cattivo uso della parola Palomar
intercetta segnali fuori d'ogni codice intreccia dialoghi muti tenta di costruirsi una morale
che gli consenta di restare zitto il più a lungo possibile. Ma potrà mai sfuggire all'universo
del linguaggio che pervade tutto il dentro e tutto il fuori di se stesso? Forse è per
rintracciare il filo del discorso che scorre là dove le parole tacciono che egli tende
l'orecchio al silenzio degli spazi infiniti o al fischio degli uccelli e cerca di decifrare
l'alfabeto delle onde marine o delle erbe d'un prato.»