Stavolta Calvino si è spinto più a ritroso nei secoli e il suo romanzo si svolge tra i paladini
di Carlomagno in quel Medioevo fuori d'ogni verosimiglianza storica e geografica che è proprio
dei poemi cavallereschi. Ma il sapore delle invenzioni calviniane è più che mai moderno. Quando
sarebbe stato possibile dar vita ad Agilulfo il cavaliere inesistente se non oggi nel cuore
della più astratta civiltà di massa in cui la persona umana tanto spesso appare cancellata
dietro lo schermo delle funzioni delle attribuzioni e dei comportamenti prestabiliti? ... Ma
quel che più conta è che Il cavaliere inesistente si legge prescindendo da tutti i possibili
significati divertendosi alle avventure di Agilulfo e di Gurdulù della fiera amazzone
Bradamante e del giovane Rambaldo del cupo Torrismondo della maliziosa Priscilla e della
placida Sofronia. In mezzo al succedersi di trovate buffonesche di battaglie e duelli e
naufragi non si tarda a scoprire l'accento solito di Calvino la sua morale attiva e il suo
ironico e malinconico riserbo la sua aspirazione a una pienezza di vita a un'umanità totale.