Partendo dalle teorie proposte dai greci il libro ne segue gli sviluppi nel lavoro degli
scienziati arabi e degli studiosi medioevali europei. Sono quindi presentate le teorie moderne
della visione e della luce che hanno inizio con la teoria retinica di Keplero. Sino alla metà
del XVII secolo luce e colore furono considerati aspetti distinti della realtà: gli scienziati
studiavano la luce mentre il colore era piuttosto materia per i filosofi. Questa dicotomia fu
superata solo nel 1672 dall'Experimentum Crucis di Newton che dimostrò come la luce contenesse
i colori primari. Ma per quanto riguardava la percezione del colore gli esperimenti di Newton
non diedero risposte convincenti. Circa mezzo secolo dopo Goethe volle ripetere gli
esperimenti di Newton credendo di riuscire a smentirli: in realtà gli esperimenti condotti dal
grande scittore tedesco erano alquanto diversi ma per quanto riguardava la percezione del
colore la sua interpretazione allora osteggiata si è rivelata anticipatrice. La nascita della
fisica moderna e della QED (elettrodinamica quantistica) ha rivelato la vera essenza della luce
e del colore mentre lo sviluppo delle neuroscienze ha consentito di individuare le aree del
cervello interessate alla percezione del colore e di iniziare a comprenderne il funzionamento.