Venti metri è l'esatta distanza che separa la mia abitazione dal fiume Adige. Scrivere di
questo fiume quasi dimenticato da quando è stato trasformato in canale è un atto dovuto: mi
regala bellezza e contrasti musica armonica e talvolta dodecafonica comunque sempre
romantica. E soprattutto è riparo per gli uccelli i più disparati. L'acqua è l'anima del mondo
fons et origo la matrice di tutte le possibilità di esistenza. Dalle profondità occhi ci
guardano come la dama del Lago. L'acqua rispecchia il cielo la luna i fiori gli alberi e le
architetture. Fornisce l'habitat alle piante e una casa per i pesci. Il rumore dell'acqua che
cade scorre gorgoglia e gocciola crea un'atmosfera. Ripercorrendo le storie quelle reali e
quelle leggendarie dalla sorgente alla foce si è cercato di ricostruire un mondo che non c'è
più da quando nel corso del XIX secolo decine di bonifiche e rettifiche hanno trasformato
l'Adige da labirinto meandrico vissuto quotidianamente in canale anonimo e dimenticato con
l'eccezione di Verona nata e cresciuta in un'ansa del fiume che la abbraccia amorevolmente
come Romeo potrebbe fare con Giulietta. Non sono bastati gli dèi e i Santi dell'acqua a
proteggere il fiume. Ci prova questo libro.