Gioconda detta Giò ha trentacinque anni una storia familiare complicata alle spalle un'anima
inquieta per vocazione o forse per necessità e un unico grande amore: Leonardo. Che però l'ha
abbandonata. Smarrita e disperata si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni morti a distanza
di pochi giorni e simbolo di un amore perfetto. La notte di San Valentino Giò trova un
biglietto che sua nonna aveva scritto all'angelo custode per ringraziarlo. Con lo sconforto
ma anche il coraggio di chi non ha niente da perdere Giò ci prova: scrive anche lei al suo
angelo. Che incredibilmente le risponde. E le fa una promessa: avrò cura di te. L'angelo ha
un nome: Filemone ha una storia. Soprattutto ha la capacità di comprendere Giò come Giò non si
è mai compresa. Di ascoltarla come non si è mai ascoltata. Nasce così uno scambio intenso
divertente divertito commovente che coinvolge anche le persone che circondano Giò. Uno
scambio che indaga non solo le mancate ragioni di Giò: ma le mancate ragioni di ognuno di loro.
Perché a ognuno di loro grazie a Filemone voce dell'interiorità prima che dell'aldilà sia
possibile silenziare la testa e l'istinto. Per ascoltare il cuore. Anche e soprattutto quando è
chiamato a rispondere a prove complicate come quella a cui sarà messa davanti Giò proprio dal
suo fedele Filemone in un finale che sembrerà confondere tutto. Ma a tutto darà un senso.