«In una lettera che spedisce a Livio Garzanti nel novembre del 1954 Pier Paolo Pasolini
spiega con puntualità lo schema del romanzo che sta scrivendo: ¿La mia poetica narrativa
consiste nell'incatenare l'attenzione sui dati immediati. E questo mi è possibile perché questi
dati immediati trovano la loro collocazione in una struttura o arco narrativo ideale che
coincide poi col contenuto morale del romanzo. Tale struttura si potrebbe definire con la
formula generale: l'arco del dopoguerra a Roma dal caos pieno di speranze dei primi giorni
della liberazione alla reazione del '50-51¿. Chi legge solo oggi Ragazzi di vita si trova
davanti una Roma completamente scomparsa e un'umanità quella dei rudi ¿borgatari¿ di
struggente tenerezza. Il benessere cresce intorno a questi ¿regazzini¿ insieme con la loro
fame. Più tardi perfino la fame cambierà di segno si trasformerà in nuovi bisogni fino ad
allora sconosciuti. Il romanzo fu pubblicato da Livio Garzanti nel maggio del 1955 con
notevole successo. Al di là del suo valore letterario e nonostante il puntiglioso lavoro di
ripulitura dalle ¿parolacce¿ e dalle situazioni più scabrose il libro fece grande scandalo...
La IV sezione del tribunale di Milano celebrò il processo per oltraggio al pudore. Il fango
ricoprì il giovane scrittore e proveniva sia da destra sia da sinistra con le medesime
argomentazioni. Il tribunale anche grazie alle testimonianze in favore dell'imputato giurate
da Emilio Cecchi Carlo Bo Gianfranco Contini Giuseppe De Robertis Giancarlo Vigorelli Anna
Banti Giambattista Vicari Moravia e altri lo assolse dall'imputazione. Con il senno di poi
si può dire che a far scandalo non fu tanto il lessico forte del libro ma la dignità
letteraria che veniva conferita alla parte più bassa e disonorevole della nostra società cosa
che offendeva i benpensanti e l'idea che essi avevano della letteratura.» Dalla Prefazione di
Vincenzo Cerami.